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Si sente dire spesso che “siamo ciò che mangiamo”. Questo è tanto vero dal punto di vista del benessere fisico, quanto da quello culturale

Se è importante, infatti, porre costantemente attenzione alla qualità degli alimenti che assumiamo, è altrettanto fondamentale riflettere sul ruolo che il cibo gioca nella formazione culturale di ogni individuo.

Da sempre il cibo costituisce per l’uomo un vero e proprio momento di condivisione sociale.

 

Il cibo: tra esperienza gastronomica e cultura

Numerosi studi dimostrano che, agli albori della storia, quando l’uomo iniziò a cuocere gli alimenti diede il via a un vero e proprio cambiamento. Il focolare su cui il cibo veniva cotto, infatti, diventò un luogo di incontro e di interazione che stimolò lo sviluppo delle società e delle forme di comunicazione.

Con il passare del tempo l’alimentazione, in concomitanza con altre cause generalmente legate soprattutto all’ambiente, si è trasformata in un vero e proprio tratto distintivo di un’etnia e / o di una cultura.

Il cibo, quindi, è diventato tradizione assumendo il ruolo di vero e proprio elemento identitario.

In tempi più recenti, allora, è curioso notare il modo in cui gli alimenti tipici di una cultura siano stati spesso utilizzati come stereotipo di un determinato popolo.

Facciamo un esempio banale: quando si pensa agli italiani li si associa alla pasta, quando si parla dei tedeschi vengono in mente birra e wurstel, se ci si riferisce ai cinesi si pensa al riso e così via. 

L’alimentazione, allora, è diventata parte integrante della raffigurazione stessa (culturale e collettiva) di una popolazione.

Mangiare, quindi, è sì nutrirsi, ma è divenuto via via anche un modo per sentirsi parte di un gruppo.

Ecco perché sempre più spesso si sente parlare di social food per riferirsi al valore aggregativo del cibo.

Non meno interessante è il fenomeno della diffusione sempre maggiore della cucina etnica (in Italia come all’estero). 

Quest’ultima, infatti, mette in evidenza la voglia dell’uomo contemporaneo di godersi un’esperienza gastronomica diversa attraverso nuovi sapori, così come il suo desiderio di avvicinarsi a culture differenti e lontane da quella di appartenenza sperimentandone in primis la cucina.

 

Perché il cibo può considerarsi un elemento di identità culturale?

Il cibo si può considerare vero e proprio fattore identitario perché ogni cultura ha codificato il suo rapporto con l’alimentazione in base a elementi estranei come la geografia, l’ambiente, l’economia e la Storia.

In tutto ciò anche la religione, che in molti casi attribuisce valori etici agli alimenti, gioca spesso un ruolo molto importante. Pensiamo ad esempio alla cucina kosher, ma anche alla tradizione gastronomica musulmana e al cibo cosiddetta “halal”, cioè permesso dal Corano.

Senza dimenticare il ruolo della letteratura, del cinema, della televisione e dell’arte. Da Pomodori Verdi Fritti di Fannie Flag al film Chocolate, passando per il programma TV Masterchef e dalla Campbell’s Soup di Andy Wharol, si capisce in un battibaleno come il cibo sia parte integrante della cultura.

Non meno importante, però, è anche il significato personale che ognuno di noi attribuisce a un particolare alimento

Anche questo fattore, infatti, a suo modo va a inserirsi nel bagaglio culturale di ogni individuo. Ripensa, ad esempio, al pranzo della domenica che ti preparava la nonna o ai profumi delle cene di festa in famiglia… sono tutti ricordi che hanno contribuito a fare di noi le persone che siamo oggi.

È interessante, inoltre, ricordare che le tradizioni gastronomiche non sono affatto statiche, ma sempre molto sensibili e ricettive nei confronti di stimoli e influenze esterne.

La dieta mediterranea, ad esempio, ne è una dimostrazione perfetta e rappresenta l’unione di influssi, cambiamenti, incontri e scambi millenari.

Anche la globalizzazione, a suo modo, ha contribuito alla nascita di una nuova cultura in fatto di cibo.

Oggi è decisamente più facile e usuale vedere bambini che mangiano il sushi o ascoltare il racconto di chi, in viaggio, ha deciso di assaggiare insetti fritti o altre tipicità decisamente particolari.

Negli ultimi anni, infatti, siamo sempre più aperti e ben disposti verso ciò che prima ci appariva diverso, lontano e spesso incomprensibile

Non è un caso, inoltre, che si inizino a preparare nuovi piatti in cui la tradizione “di casa” incontra le nuove usanze con cui si sta sempre più entrando in contatto.

Il cibo come fattore di scambio culturale e fonte di arricchimento

In base a quanto abbiamo detto fino a ora, è facile capire quanto il cibo possa giocare un ruolo fondamentale nella società contemporanea.

Come elemento identitario culturale, infatti, l’alimento può diventare uno strumento di scambio tra popoli e, quindi, punto di contatto tra essi.

In un periodo storico di migrazioni come quello in cui viviamo, allora, si potrebbe iniziare a pensare al cibo come mezzo sul quale imbastire dialoghi e strategie future d’integrazione e collaborazione.

Se anche per te il cibo è sinonimo di identità ed esperienza culturale, vieni da Pitador per assaggiare la cucina libanese e immergerti nella storia, nella tradizione e nella cultura del nostro Paese di origine!

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