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Il cibo di strada è ormai una vera e propria moda in continua trasformazione che non smette di far battere i cuori dei più golosi. Dai classici panini farciti fino ad arrivare a vere e proprie proposte di street food gourmet, negli anni si è passati dall’idea di cibo di strada semplice ed economico, alla possibilità di degustare piatti sorprendenti, innovativi e non convenzionali.

Mentre gli chef si divertono a esplorare le possibilità offerte da questo nuovo modo di fare cucina, anche Gambero Rosso ha dedicato una vera e propria guida allo Street Food.

Vediamo, allora, storia e trasformazione di un fenomeno inarrestabile.

 

Street Food: cos’è esattamente il cibo di strada

Complici festival ed eventi, oggi si sente sempre più spesso parlare di Street Food. Ma di cosa si tratta esattamente?

Letteralmente “Street Food” significa “cibo di strada” e indica la preparazione e la vendita di un cibo pratico e preparato appositamente per essere consumato in strada.

Si tratta, generalmente, di un pasto che può essere mangiato in maniera informale, rapidamente e a costi contenuti.

In linea di massima lo street food viene commercializzato in luoghi pubblici strategici, nei mercatini, nelle fiere, a bordo dei celebri food truck, ma anche in piccoli locali nei centri storici delle città.

Se un tempo e in alcuni Paesi del mondo, il termine Street Food è stato spesso collegato al concetto di Junk Food (“cibo spazzatura”) come quello dei più diffusi Fast Food, oggi in Italia e in Europa il cibo di strada è sempre più sinonimo di ricercatezza, qualità e freschezza della materia prima.

È nato, infatti, il concetto di street food gourmet!

 

Storia ed evoluzione di un fenomeno inarrestabile

Ti potrà sembrare incredibile, ma lo street food non è un fenomeno nato da poco, anzi!

Le sue origini, infatti, risalgono addirittura all’Antica Grecia dove era di uso comune vendere pesce fritto tra le vie delle città.

Anche per i Romani era assolutamente normale consumare cibo di strada. Questo, spesso, consisteva in zuppa di ceci con pane o polenta.

A Pompei, ad esempio, sono state rinvenute numerose botteghe (thermopolia) dedicate proprio alla vendita di pasti veloci e informali che possono considerarsi a tutti gli effetti gli antenati di quello che oggi chiamiamo street food.

I tempi passano, ma il cibo di strada rimane una costante in tutte le culture del mondo e la sua storia è spesso legata alle classi sociali meno abbienti.

A Parigi nacquero i “pâtés” o “pâstés, una specie di timballo di pasta contenente diversi tipi di farciture come carni stufate o verdure. Queste tortine venivano vendute per pochi soldi a garzoni e facchini che potevano consumarle durante le ore di lavoro. Si tratta dello stesso concetto delle pie inglesi consumate da minatori e operai durante il periodo della Rivoluzione Industriale.

In tempi più recenti in Inghilterra, invece, è diventato famoso il “Fish and chips”. Inizialmente questo piatto veniva venduto per strada avvolto nel giornale ed era considerato lo strappo alla regola ai pasti sempre uguali della cosiddetta “working class.  Il più famoso dei piatti britannici nacque dall’accoppiata vincente di patatine fritte e pesce fritto. Le prime si diffusero a partire dal Seicento in Belgio e in Francia. Il secondo, invece, fu introdotto dai rifugiati ebrei in arrivo dal Portogallo e dalla Spagna e veniva servito dagli ambulanti su grandi vassoi appesi al collo.

Anche in Asia lo street food fa parte della cultura popolare.

Il ramen giapponese, ad esempio, fu introdotto in Giappone da immigrati cinesi e fu inizialmente pensato come cibo di strada per lavoratori e studenti.

In Thailandia, invece, il cibo di strada spesso piccante e speziato è un fenomeno in continua crescita di cui oggi usufruisce addirittura il 76% della popolazione locale.

Alle Hawaii il cosiddetto plate lunch formato da due cucchiai di riso bianco, insalata di maccheroni e una porzione di carne o pesce fu introdotto dagli immigrati giapponesi che lavoravano nelle piantagioni.

A New York è il famoso hot dog a essere il re dello street food ed è spesso il pranzo al volo dei lavoratori di Manhattan.

Si potrebbero trascorrere ore a parlare di piatti tipici, usanze e tradizioni legate allo street food mondiale! La cosa bella, però, è sapere che moltissimi di questi cibi di strada, oggi, si sono diffusi anche nel resto del mondo grazie all’interesse sempre più accesso nei confronti di un fenomeno caratteristico della storia e della cultura di ogni popolo.

 

Lo street food in Italia

Fino a qui abbiamo parlato soprattutto dello street food al di fuori dei confini nazionali, ma anche l’Italia ha i suoi cibi di strada tipici.

Da Nord a Sud, ogni regione ha i suoi piatti tradizionali che identificano quel territorio specifico.

Dalla pizza a “portafoglio” venduta ai bordi delle strade di Napoli, alla golosa piadina romagnola, passando dall’arancino siciliano o al Pani câ meusa adatto solo agli stomaci più forti, si è già fatto il giro della Penisola, ma non è finita qui.

In Abruzzo ci sono gli arrosticini, facili da mangiare a passeggio, magari insieme a un cono di olive ascolane.

A Napoli troviamo il cuoppo, il cono che contiene il fritto misto napoletano irrinunciabile per ogni goloso che si rispetti, ma anche la pizza fritta, versione super golosa della regina della città.

A Roma, il must è decisamente il supplì.

In Sicilia non bisogna dimenticarsi del pane con le panelle.

In Puglia, il panzerotto è un’ottima merenda.

Mentre a Genova, la focaccia è lo spuntino perfetto durante una passeggiata nei caruggi.

Insomma, l’Italia non si fa mancare mai niente e non stupisce che oltre al cibo di strada tradizionale, sempre di più stiano nascendo idee innovative di street food gourmet.

Nuovi food truck e piccoli locali specializzati stanno sbocciando in ogni città.

Oggi gli chef vogliono proporre un’idea di street food capace di dare una nuova vita ai piatti della tradizione, anche quella non necessariamente della cultura “di strada”, ma anche introdurre e diffondere pietanze etniche in grado di regalare suggestioni di mondi lontani, ma vicini.

 

I migliori street food di Milano

Ma qui a Milano, quali sono i migliori street food da non perdere?

Pitador

Piazza Argentina 4, 20124 Milano

 

Se vuoi gustare sapori mediterranei ed esotici accolti dal panino perfetto, vieni a trovarci!

I nostri shawarma di manzo e pollo avvolti in una deliziosa pita, insieme ai falafel e alle kafta preparate giornalmente con attenzione e rispettando la tradizione, ti accompagneranno in un vero e proprio viaggio tra le magiche terre del Libano.

Luini

Via Santa Radegonda, 16, 20121 Milano

Il re dei panzerotti che da oltre 70 anni domina lo scenario dello street food milanese.

Probabilmente dovrai fare un po’ di coda, ma ne varrà la pena!

Giannasi dal 1967

Piazza Bruno Buozzi, 2, 20135 Milano

Mitico chiosco che nel 1967 portò la rosticceria in strada a Milano.

Oggi è uno dei luoghi più amati dai foodie milanesi che qui possono trovare non solo il classico pollo allo spiedo, ma anche arrosticini, polpette, pollo fritto, insalate di pollo, cotolette, trippa alla milanese, lasagne, parmigiana di melanzane, risotti e tanto, tanto altro!

Pescaria

Via Nino Bonnet, 5, 20154 Milano e Via Andrea Solari, 12, 20144 Milano

Nata a Polignano a Mare, questa idea di street food ha già conquistato la città.

Se cerchi un panino diverso dal solito in cui l’ingrediente principale è il pesce, questo è il posto giusto da raggiungere.

 

Ravioleria Sarpi

Via Paolo Sarpi, 27, 20154

Per gli amanti dei ravioli cinesi, questa piccola bottega è il paradiso.

Ripieni di carne o verdure, i classici ravioli qui vengono preparati sul momento.