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Nata oltre 4.000 anni fa, la pita è il tipico pane mediorientale ormai conosciuto e diffuso in tutto il mondo grazie alla sua estrema versatilità gastronomica.

Questo tipo di pane è uno degli elementi caratteristici della cucina libanese. La pita, infatti, viene utilizzata per accompagnare gustose creme tipiche come il Baba ganush e l’Hummus, è indispensabile per la preparazione di ricette tradizionali come quella del Fattoush, un’insalata preparata con cipolle, pomodori, cetrioli, menta e, appunto, pita, ed è la base fondamentale per un ottimo Shawarma, come quelli che puoi trovare in menù da noi di Pitador.

Vediamo, allora, di conoscere e scoprire qualcosa di più su questo interessante pane levantino.

Che cos’è esattamente la pita?

La pita, spesso indicata anche come pane arabo, è un impasto lievitato rotondo e basso.

La sua peculiarità consiste nell’evaporazione dell’acqua contenuta all’interno del composto durante la cottura a causa delle alte temperature. Ciò permette alla pita di gonfiarsi e di formare, una volta raffreddatasi, una vera e propria tasca perfetta per essere farcita.

Da dove deriva il termine pita?

Pita è un termine abbastanza recente che si è diffuso in Italia e nell’Europa occidentale solo durante la prima metà del Novecento.

Il termine deriva dal greco moderno πίτα (píta) che a sua volta è una parola ereditata dal greco bizantino e, precedentemente, dal greco antico. 

Per alcuni linguisti l’origine del nome potrebbe risalire al termine pítta o píssa, che significano entrambi “pece / resina e sembrerebbero riferirsi alla lucentezza del pane. Secondo altri, invece, la parola pita deriverebbe dal termine piktḗ, cioè “pasta fermentata o da pēktos col significato di “denso.

Curiosamente, l’etimologia della parola pita appare essere la stessa o, comunque molto simile, a quella dei termini italiani “pizza” e “piada”.

Breve storia della pita, il pane tradizionale del Medioriente

La storia della pita ha radici molto profonde ed è strettamente collegata alle terre della Mesopotamia.

Ci sono tracce risalenti addirittura all’età della pietra che dimostrano la capacità dell’uomo preistorico di preparare una sorta di focaccia a base di cereali selvatici.

Le prime testimonianze documentate scritte, però, risalgono a circa 4000 anni fa quando ormai grano e orzo erano colture già da tempo addomesticate e il pane un elemento fondamentale sulle tavole di ogni famiglia.

Dalla Mesopotamia, la pita si è diffusa successivamente in Grecia e poi verso il resto del Medioriente.

Pita: un solo pane per numerose varianti

A causa della sua straordinaria diffusione, è curioso sapere che esistono numerose varianti della pita e molteplici suoi utilizzi in cucina.

Abbiamo detto all’inizio che nella cucina libanese la pita viene utilizzata sia per accompagnare le salse tradizionali, sia per preparare ricette tipiche, sia come base per essere farcita con lo shawarma, con le polpette di carne o con i falafal.

Anche in Grecia la pita serve come accompagnamento di salse gustose come lo tzatziki o come base per il gyros, ma è importante sapere che il termine pita indica anche torte salate o dolci a base di pasta fillo.

Spostandoci in Turchia, invece, si parla di pita in tre diversi stili. Uno viene utilizzato per preparare il kebab (un po’ come per lo shawarma e il gyros), un altro è la base del lahmacun, una sorta di pizza farcita con carne e verdure, e l’ultimo è quello del Ramazan pidesi, un pane a base di farina di frumento condito con semi di sesamo.

Poi c’è la pita diffusa nei Balcani dove viene utilizzata generalmente per accompagnare e ćevapi, la pljeskavica o le salsicce alla griglia. Anche qui, come in Grecia, si utilizza spesso il termine pita anche per riferirsi a torte salate o dolci a base di pasta fillo ripiena.

Come si prepara la pita

Se esistono numerose varianti della pita, è anche vero che la più diffusa è conosciuta è quella del classico pane tondo e soffice perfetto per essere farcito.

Gli ingredienti per prepararla sono farina, acqua, olio extravergine d’oliva, sale, zucchero e lievito di birra.

La preparazione è molto semplice e dopo aver unito acqua, lievito e zucchero, si va a mischiare questi ingredienti alla farina in maniera graduale. Successivamente si unisce ancora un po’ di acqua e si aggiungono l’olio e il sale.

La lievitazione varia a seconda delle ricette e può andare dai 15 minuti alle due ore.

Il punto cruciale della preparazione della pita è la sua cottura. Questa, infatti, deve avvenire sempre all’interno di forni molto caldi (generalmente 450 – 475 ° o, in casa, alla potenza massima del forno elettrico a disposizione). Ciò consente, infatti, all’acqua contenuta all’interno dell’imposto di evaporare creando la caratteristica tasca che è la peculiarità principale della pita.

Ora che conosci la pita in ogni sua sfumatura, non ti resta che raggiungerci in centro a Milano per gustarla farcita con carne di manzo, pollo, polpette di carne o falafal. Ci trovi in Piazza Argentina 4, noi ti aspettiamo!